Come scegliere le migliori drizze e scotte

Come scegliere le migliori drizze e scotte

Scotte e drizze in barca a vela

Quando si parla di scotte e di drizze, si vanno a descrivere delle componenti basilari utili a regolare le vele ma anche fondamentali al fine di navigare in completa sicurezza.
Grazie a queste cime, si può controllare ogni tipo di manovra.
Quando ci si appresta a sostituire le varie parti danneggiate, bisogna saper distinguere i materiali impiegati in quanto ognuno di essi ha una caratteristica che conferisce una particolare proprietà.
Per scegliere una cima che sia adatta all’imbarcazione e che rispetti il budget fissato per l’investimento, bisogna analizzare dei requisiti tecnici che aiuteranno nella scelta del materiale più idoneo.

Le diverse componenti delle cime

Prima di acquistare una nuova cima, sarebbe meglio scegliere dei prodotti realizzati da un marchio noto, in modo che riportino i dettagli dell’azienda produttrice e i dati della cima stessa.
Essere ferrati nell’argomento può rivelarsi estremamente utile, in modo da poter contestualizzare la scelta e ottenere migliori prestazioni.
È possibile consultare delle riviste e dei cataloghi che si occupano di questi argomenti specifici, oppure richiedere il parere di un esperto.
Per poter esaminare la cima nella sua generalità è utile considerare alcuni parametri:

la capacità di allungamento, ossia la possibilità di allungarsi sotto trazione che risulta essere necessaria;
la resistenza al carico, cioè la capacità di resistenza a una trazione che potrebbe arrivare a romperlo. In caso di manomissione ed uso improprio la cima perde l’efficienza e non risulta essere resistente.
Ogni cima e corda possiede un valore di carico attribuito dalla ditta che lo ha realizzato.

La scotta della randa

Scopo primario delle scotte è quello di ottenere il giusto angolo d’incidenza della vela rispetto alla direzione del vento. Devono disporre di un carico di rottura alto in grado di sopportare gli sforzi imposti dalla superficie velica, un allungamento residuo ridotto, grande flessibilità e un’alta temperatura di fusione che consenta di resistere alle possibili abrasioni.
La scotta deve essere morbida, garantire una presa facile e la possibilità di essere piombata.
Le cime realizzate in fibra di poliestere sono quelle più indicate per quanto riguarda le imbarcazioni fino a 15 metri.
Se si vuole ridurre il pericolo di deformabilità in situazioni sotto sforzo si può ricorrere a corde in tessuto prestirato.
Le cime in poliestere variano in base al tessuto di rivestimento e al numero dei fusi che li compongono e che incidono sul loro rendimento.
Le cime Kevlar sono delle fibre sintetiche dal carico di rottura estremamente elevato e che al tempo stesso conferiscono molta resistenza al prodotto. Il kevlar, introdotto nel mondo velico all’inizio degli anni ottanta, è una fibra aramidica, ossia una fibra polimerica ad altissime prestazioni meccaniche e si ottiene dalla lavorazione di Poliammidi Aromatiche. Il Kevlar teme però in modo particolare i cristalli di sale, presenti nell’acqua di mare, e i raggi ultravioletti, che possono pregiudicarne fortemente la durata.

Come scegliere la scotta ideale

Bisogna prendere in esame altri parametri, tra cui le dimensioni dell’imbarcazione, diametro e lunghezza, e l’utilizzo del carico di rottura.
Per indicare il carico di rottura esistono delle apposite tabelle che si occupano di riportare tutti i valori in funzione delle superfici delle vele, oppure nel caso specifico di piccole barche si può ricorrere alla formula di Marshall Roger, che relaziona la superficie delle vele con la forza esercitata apparentemente dal vento.
Anche valutare il diametro risulta essere molto importante, in quanto in base all’estensione della barca si procede nella scelta del diametro, mentre per quanto riguarda la lunghezza bisogna misurare la distanza che intercorre tra il punto di scotta del carrello a centro del trasto, e l’attacco del boma ed il tutto andrà moltiplicato per il numero di vie del paranco di scotta.

La scotta del genoa

È un tipo particolare di manovra grazie alla quale si possono bordare le vele di prua, e deve disporre di un ampio carico di rottura e di un allungamento residuo minimo.

La scelta delle drizze

La drizza serve ad ottimizzare la regolazione delle vele e in caso di rottura si dovrebbe ricorre a delle manovre molto difficili.
Anche qui bisogna fare un’analisi sul costo e sull’utilizzo della stessa e si può fare riferimento alle varie tabelle messe in consultazione anche su internet.
La lunghezza deve consentire alla cima di poter essere fissata in coperta per almeno qualche metro al fine di consentire delle manovre di facile realizzazione nel caso se ne avesse urgenza.
La scelta dei materiali dipende dalle esigenze personali e ognuno di questi offre una resa diversa.
Tra gli ultimi modelli rientrano Dacron, spectra, Dyneema e Pbo che offrono un’ottima resistenza meccanica.
Bisognerà ricorrere, infine, a dei controlli di manutenzione periodica, al fine di evitare danni e navigare in estrema facilità e protezione.

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