Corde e ancoraggi nel tree climbing: cosa c’è da sapere

Corde e ancoraggi nel tree climbing: cosa c’è da sapere

Attrezzatura tree climbing: tipologie di corde

Nella disciplina del tree climbing le corde e gli ancoraggi sono degli elementi tecnici di importanza indiscussa. Scopriamo dunque quali sono le principali tipologie e cosa c’è da sapere a riguardo.

Le tipologie di corde per il tree climbing

Nel tree climbing le corde possono avere funzioni molto diverse e la normativa del settore, molto rigorosa per garantire la dovuta sicurezza a chiunque si dedichi a questa pratica, ne distingue diverse varianti, che scopriamo subito nel dettaglio:

  • corde di risalita – queste corde consentono all’operatore di raggiungere la sommità della pianta, e in alcuni casi tali corde possono essere adoperate, a risalita avvenuta, anche come corde di lavoro;
  • corde di lavoro – queste corde hanno l’importante compito di sostenere l’operatore, garantendogli un adeguato posizionamento sulla pianta;
  • corde di sicurezza – le corde di sicurezza sono quelle che trattengono l’operatore in caso di caduta, dunque il loro ruolo è provvidenziale. Esse sono connesse all’imbragatura attraverso un dispositivo anticaduta e vengono posizionate parallelamente alla corda di lavoro o alla corda di risalita, preferibilmente con un differente ancoraggio;
  • corde di emergenza – proprio come le corde di sicurezza, anche quelle di emergenza sono importantissime in caso di criticità, esse infatti consentono al soccorritore a terra di raggiungere l’operatore infortunato. Tali corde vanno ancorate a un’altezza superiore rispetto alla corda di lavoro e possono essere condivise nel caso in cui più operatori siano impegnati sulla medesima pianta.

Gli ancoraggi nel tree climbing

Gli ancoraggi sono sostanzialmente i punti in cui l’operatore sceglie di fissare o rinviare le corde, punti che ovviamente non possono essere scelti in maniera casuale, ma solo a seguito di un’attenta analisi di specifici aspetti.

In primis, l’ancoraggio va scelto in base alla sua solidità, esso infatti deve essere in grado di sostenere senza alcun problema un peso importante, nello specifico il peso del climber e della relativa attrezzatura da lavoro, il peso di un eventuale soccorritore e la forza dovuta a sollecitazioni dinamiche di una caduta.

La scelta del punto in questione è legata anche ad aspetti funzionali, ovvero alla sua posizione nel contesto della chioma dell’albero che deve essere tale da garantire una salita rapida, semplificando le fasi di lavoro che seguiranno.

A livello indicativo, un buon punto di ancoraggio dovrebbe avere un diametro di 10 cm, ma si tratta appunto di una cifra di massima, dal momento che la solidità è inevitabilmente correlata anche al tipo di pianta e ad altri parametri ancora; vanno ovviamente evitate branche o rami secchi in quanto potrebbero avere una resistenza non sufficiente.

La forcella che si utilizza deve avere un’ampiezza tale da garantire lo scorrimento ottimale della corda, inoltre è un buon principio quello di prediligere sempre un ancoraggio con una posizione centrale rispetto alla chioma dell’albero: in questo modo infatti la salita diviene più rapida e soprattutto il climber può raggiungere agevolmente i punti della pianta in cui deve intervenire.

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