Alcuni suggerimenti per un ormeggio perfetto

Alcuni suggerimenti per un ormeggio perfetto

Come ormeggiare una barca in sicurezza

Chi ha una barca lo sa: le operazioni di ormeggio sono la parte più difficile da imparare e da effettuare. A tal proposito, infatti, l’acquisizione di questa competenza è essenziale e costituisce una parte molto importante dell’intero esame per il conseguimento della patente nautica.
Una volta ottenuto il titolo, ormeggiare la propria barca rientra tra le attività più difficili. Infatti, se la navigazione è sicuramente un’attività scrupolosa che va fatta con grande attenzione, anche l’ormeggio non deve essere sottovalutato perché necessita di una buona familiarità con le misure e una buona capacità di destreggiarsi in spazi di manovra, talvolta, piuttosto ristetti. Una valida alternativa da tenere in considerazione è quella di farsi suggerire le manovre dal personale del porto che, sicuramente, sarà in grado di offrire delle utili indicazioni per non incorrere in spiacevoli inconvenienti.

Alcuni suggerimenti per un ormeggio perfetto (o quasi)

Prima di tutto è importante disporre di un posto adatto: l’ideale sarebbe avere l’opportunità di perlustrare il porto e individuare il punto d’ormeggio più adatto. Tuttavia, quando si entra in un porto le indicazioni per l’ormeggio vengono fornite dal personale incaricato e non si ha la possibilità di scegliere a proprio piacimento. Va evidenziato che, qualora non vi sia del personale di riferimento è necessario prestare attenzione sul luogo che si presceglie, in quanto potrebbe essere espressamente dedicato all’ormeggio di traghetti, capitaneria o altri mezzi.
Proprio per questo, se possibile, è sicuramente indispensabile seguire le indicazioni della capitaneria e, a tal proposito, può rivelarsi utile ormeggiare provvisoriamente la propria imbarcazione ad un pontile, evitando di essere d’intralcio alle altre barche.
Ovviamente sarà onere dello skipper specificare per quanto tempo si ha intenzione di lasciare ormeggiata la propria imbarcazione, così da poter individuare la soluzione migliore sulla base delle varie esigenze.
In seconda istanza è indispensabile scegliere la tipologia di ormeggio da adottare:
Ormeggio di poppa: si tratta della soluzione di ormeggio più utilizzata e prevede che la poppa sia rivolta verso la banchina. All’atto pratico questa soluzione permette di sistemare più agevolmente la passerella per la discesa e facilita le operazioni di uscita dal porto. Questo tipo di ormeggio è consigliabile soprattutto quando le condizioni meteo sono ottimali e quindi facilitano le manovre di retromarcia;
Ormeggio a prua: anche chiamato ormeggio alla francese, prevede che la prua sia rivolta alla banchina ed è preferibile soprattutto quando la situazione metereologica non si rivela delle più rosee, in quanto garantisce una maggiore facilità di manovra. In questo caso l’abbandono degli ormeggi dovrà avvenire in retromarcia e, per questo, dovrà essere stabilito anticipatamente tenendo in considerazione le condizioni meteo;
Ormeggio all’inglese: consiste nell’ormeggiare l’imbarcazione con un lato a favore della banchina, circostanza non sempre praticabile, ma che facilita la salita e la discesa dalla barca. Se si predilige questo tipo di ormeggio è consigliabile fissare le cime di prua e di poppa alla banchina.
Un’indubbia sicurezza in più, in fase di ormeggio, è il corpo morto che consente di non dare fondo all’ancora, ma di trattenere lo scafo in modo altrettanto sicuro. Per poter utilizzare questa tecnica è necessario che il porto sia dotato di blocchi in cemento ancorati al fondale e fruire di alcuni cavi (detti trappe) che consentono di fissare adeguatamente la barca preservandone la sicurezza.

Cime e cavi: una sicurezza irrinunciabile

Indubbiamente, per la sicurezza dell’imbarcazione e del suo ormeggio al porto, un ruolo fondamentale è riservato a cime e cavi che sono in grado di proteggere dal vento.
Nei porti turistici il ruolo di maggiore rilevanza è riservato al cavo di prua e ai due cavi di poppa, ma anche i traversini possono rivelarsi estremamente utili per l’ormeggio di fianco. Sicuramente, per un corretto utilizzo dei vari cavi è necessario conoscere le tecniche di nodo.
Il nodo parlato è uno dei più utilizzati e consente di fissare i parabordi alla battagliola, ma anche il nodo di galloccia consentono di assicurare la cima al porto e permettono un adeguata stabilità dell’imbarcazione. Qualsiasi sia la scelta è necessario utilizzare correttamente i passacavi, che permettono di mantenere intatte le cime e di salvaguardare l’integrità della barca. A tal proposito, a bordo dell’imbarcazione ci sono i passacavi aperti che sono però sconsigliati per l’uso esterno, in quanto si rischia che le cime, in tensione, fuoriescano e pregiudichino la tenuta dell’ormeggio e la sicurezza della barca stessa.
Infine, va ricordato che, l’utilizzo di un numero abbondante di parabordi si rivela un’alternativa molto utile soprattutto in casi di forte risacca o di assenza di corpi morti.